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La Pieve pre romanica di San Leo, secolo IX
Con immortale dolcezza le vocali, giocando in figure di durata, danno il senso del suono stesso.
Il canto è giusto, preciso nella fedeltà a una preghiera che diventa partecipazione di tutti. Per celebrare il Vespro della Domenica delle Palme il professor Walter Gambini, assessore alla Cultura, con grande eleganza intellettuale, ha invitato alla Chiesa di San Michele Arcangelo, la Schola Cantorum del Duomo di San Leo. Gregoriano, Cantigas, Lauda si propongono nel repertorio di un Paradiso perduto.
Le Sacre letture del mattino sono più chiare nell’ascolto del movimento delle parti musicali.
Da “Victimae paschalis…” a “Narrabo omnia mirabilia tua…”le virginali voci femminili e l’accorato timbro maschile sono promessa di Resurrezione.
Quale? Certamente questa, stasera, per noi. Perchè sembra di riscoprire anche nelle altezze e nelle intensità il significato di un sentimento religioso.
La conclusione sfumata del fraseggio è meditazione di ricerca nella compostezza del tessuto sonoro. A garanzia di affetti e di accenti.
La tenacia di questo ensemble è paragonabile all’acqua francescana: limpida, umile, pretiosa et casta.
Con entusiasmo il professor Gambini raccoglie il suggerimento degli applausi e chiede di riascoltare due brani del programma. Conoscere è riconoscere e accettare la commozione del bello.
Pubblico attentissimo dunque. Anche un minuscolo spettatore di circa tre anni: incantato, dapprima si è rifugiato tra le braccia della mamma, poi è corso qua e là, infine è tornato quieto al suo posto.
Nota,tenerissima, del “verbo”, coniugato al futuro semplice.