“I castagneti di Montefiore e Gemmano in Valconca”, in conferenza a Morciano giovedì 17 novembre alle ore 21, presso la Sala del Lavatoio. Incontro con Emiliano Bianchi (“Le carte del monastero di San Gregorio in Conca”) e Loris Bagli (“Rilevanza naturalistica e paesaggistica”). L’incontro è promosso dall’Associazione Terre del Monastero di San Gregorio in Conca.
Emiliano Bianchi:
Nei territori di Gemmano e di Montefiore le selve castanili hanno dominato il paesaggio collinare per secoli: proprio le carte del Monastero di San Gregorio offrono una straordinaria occasione per un viaggio nel paesaggio sotto l’aspetto storico, prima ancora che naturalistico. Le ricerche effettuate da Emiliano Bianchi sui toponimi e tra le pergamene dell’archivio monastico hanno favorito un tentativo di ricostruzione dell’ambiente naturale, in particolare di quello delle selve e specificamente delle selve fruttifere; le ghiande e i frutti, spontanei e non solo, hanno contribuito ad accrescere l’economia di queste terre, alimentando il pascolo.
Loris Bagli
Nei territori di Gemmano e Montefiore, in Valconca, le selve castanili hanno dominato il paesaggio collinare per secoli. I vecchi castagni, costantemente curati, hanno rappresentato una risorsa rilevante dal punto di vista alimentare. Il loro abbandono, contestuale all’esodo dalle campagne, ha decretato la loro decadenza e, in varie località, la loro scomparsa. In alcuni casi le piante sopravvisute sono entrate a far parte dei boschi di latifoglie autoctone. La ricerca floristica in atto conferma che i pochi castagneti ancora produttivi, in primo luogo il castagneto di Monte Faggeto di Montefiore, il solo che ancora conserva la propria fisionomia originaria emergendo con forza nel paesaggio locale, conservano un sottobosco ricco e articolato. La biodiversità vegetale che essi esprimono è ben più elevata rispetto ai boschi spontanei circostanti, ospitando specie rare o di altri ambiti ecologici che qui trovano condizioni adatte alla loro sopravvivenza. L’intervento intende porre in evidenza la rilevanza naturalistica e paesaggistica dei castagneti coltivati, nella prospettiva di un auspicabile recupero colturale dei nuclei castanili dimenticati.