– Addio a Lorenzo Cagnoni (Cino per gli amici del Ginnasio). Se n’è andato lo scorso 5 settembre dopo una lunga malattia. Aveva 84 anni. Lascia la moglie e due figli. In 30 anni, ha fatto della Fiera di Rimini (Ieg, Italian Exibition Group) un colosso economico assoluto. Al terzo posto in Italia dietro Milano e Bologna. Amava dire: “Basta provincialismo, Rimini deve guardare all’Europa”.
Dimostrava molti anni di meno rispetto all’anagrafe. In tanto si chiedevano: “Ma può un signore di quell’età dirigere uno dei gioielli economici della provincia?”. Chi scrive pensava di sì e vede all’orizzonte una certa preoccupazione. Guidare un’azienda pubblica in un sistema competitivo mondiale è sempre arduo per i bravi. Figurarsi per i meno dotati. Era stato messo lì negli anni ‘90, dal sindaco Giuseppe Chicchi.
Persona dai modi garbati, accorto duellante, amava approfondire e dimostrare competenza e professionalità. E lo faceva con un tono di voce lenta ed incisiva. A tratti alzava il timbro per rimarcare, per dare importanza, per mettere soggezione. Chissà quanto si divertiva.
Prese la Fiera di Rimini nei vecchi capannoni e passo dopo passo ne ha fatto la prima azienda della provincia di Rimini come capacità di creare ricchezza. Gli analisti affermano che ogni euro di fatturato dell’ente pubblico ha una ricaduta economica sul territorio di almeno 10 volte tanto. Dunque, Rimini Fiera fa girare attorno a sé almeno un miliardo di euro su un totale di circa 8 miliardi di ricchezza prodotta dal territorio provinciale.
La sua visione, “Rimini deve guardare all’Europa”, lo aveva portato a scegliere uno studio tedesco di Amburgo per il nuovo quartiere fieristico e per Rimini Palas. Ed era fiero che le due strutture non avevano pesato sulle casse pubbliche, ma erano state tirate su con l’auto-finanziamento tra mille difficoltà.
In un incontro pubblico gli fanno notare che i 100 e passa milioni di euro per il Palas. Serafico, con voce tagliente, argomenta che a Roma stavano costruendo una struttura simile; era al di là della fine ed avevano già investito 250 milioni di euro.
Di Viserba, della Fortezza del Pci di Viserba, la lunga e prestigiosa carriera di Cagnoni inizia nel 1965; viene eletto consigliere comunale del Pci. Il 24 novembre del 1966, il giovane Cagnoni viene nominato assessore.
Nella tornata elettorale del 1970 è riconfermato consigliere comunale e gli fu rinnovato l’assessorato.
Nel 1975, stessa storia: eletto consigliere e indicato come assessore.
Consigliere, assessore e vice-sindaco anche nel 1980.
Nella tornata elettorale del 1985, Cagnoni viene riconfermato in consiglio, ma non in giunta.
Nel 1990, è di nuovo eletto consigliere comunale.
Politico di prim’ordine, ma sempre lontano ad essere designato a sindaco di Rimini, si prende delle grandi soddisfazioni nelle aziende pubbliche. Nel 1981, è presidente di Aeradria, nel 1992 presidente del Centro agroalimentare, nel 1995 approda sulla pkancia di comando della Fiera di Rimini,
Il capolavoro di Lorenzo Cagnoni è stata l’affermazione di quest’ultima sui difficili mercati. Era solito sottolineare che la crescita doveva avvenire per linee interne ed esterne.
Forse il suo successo più grande è aver imposto Rimini Wellness. Siamo nel 2007, nei padiglioni di Rimini si teneva il Festival del Fitness di una proprietà terza. Di grande successo, questa non si mette d’accordo sulle ragioni economiche e trasloca in quel di Firenze. Cagnoni ed il suo staff si inventano Rimini Wellness; sarà un trionfo straordinario. Nelle sue linee esterne rientra anche l’acquisizione della Fiera di Vicenza.
Per quelle interne, si può parlare del Sigep, che la porta ad essere la prima fiera del gelato al mondo. Stesso discorso per Ecomondo e Tecnargilla.
In pochi lo avrebbero detto, ma da giovane era nel mondo del calcio. Nei primi anni ‘60 è allenatore del Viserba Calcio. La sua squadra, naturalmente, diventa vincente.