di Silvio Di Giovanni
Non è senza sgomento e senza orrore che ho appreso, dal Corriere della Sera di mercoledì 23/06/2004, a pagina 13, che, 61 anni fa l’esercito U.S.A. appena sbarcato in Sicilia, si è macchiato di una orribile infamia.
Due giorni dopo lo sbarco del 10 luglio e per tre giorni consecutivi, gli uomini del Generale George Patton, che conduceva la VII Armata americana, sotto l’egida del Comando supremo dell’operazione del Generale Dwight D. Eisenhower, futuro presidente degli Stati Uniti, massacrarono inermi prigionieri italiani e tedeschi già catturati.
Il Capitano Compton, uno dei responsabili degli eccidi, si difese dicendo al processo, tre mesi dopo, di avere solo eseguito degli ordini e fu assolto dal Tribunale Militare americano.
Il Sergente Horace T. West ammazzò con il mitra 37 italiani prigionieri “inermi e disarmati” ed al processo ebbe l’ergastolo. Sei mesi dopo fu messo in libertà.
La carneficina si compì nell’aeroporto di Biscari e nei dintorni, nel ragusano. Da un camion vennero fatti scendere 60 prigionieri italiani inermi e massacrati con una mitragliatrice; dopo pochi minuti stessa scena con un gruppo di 50 prigionieri tedeschi, pure essi inermi. Altra strage nella saponeria Norbone – Garilli a Canicattì contro la popolazione che era entrata nello stabilimento.
Nessuno conoscerà mai il numero delle vittime, forse più di duecento soldati di cui la maggior parte italiani. “Ci era stato detto che il Generale Patton non voleva prigionieri” si difesero così i militari processati.
Sulle navi prima dello sbarco dagli altoparlanti era stato diffuso il discorso del Generale Patton: “Se si arrendono quando tu sei a due – trecento metri da loro, non badare alle mani alzate. Mira tra la terza e la quarta costola, poi spara. Si fottano, nessun prigioniero! E’ finito il momento di giocare, è ora di uccidere!! Io voglio una divisione di Killer, perchè i killer sono immortali.”
Io sono veramente costernato al pensiero di come la guerra possa ridurre gli uomini.
Sì, perchè questi erano uomini. Erano i nostri liberatori che poco più di un anno dopo sono giunti da noi tanto invocati ed aspettati ed amati.
Non erano i carnefici delle SS, nè della Wehrmacht, erano fanti americani venuti ad aiutarci e liberarci dal fascismo e dal nazismo, ma lì, in Sicilia e in quei tre giorni, hanno scritto una delle pagine più nere e vergognose della storia militare degli U.S.A.
Da noi in Italia non si è mai saputo nulla. Tutto è stato messo a tacere.
Ora si sa che negli Stati Uniti, da 20 anni a questa parte si sono pubblicati studi sul “Massacro di Biscari” e che i giudici militari di oggi fanno degli accostamenti: “Dal massacro di Biscari a Guantanamo” e che “gli esperti di diritto militare valutano la responsabilità dei carcerieri di Abu Ghraib anche sulla base delle corti marziali che giudicarono i fucilatori di italiani”.
Erano forse delle belve malvagie quei soltati americani di allora in Sicilia? Sono forse delle belve malvagie i torturatori americani di oggi in Iraq? No! Non sono delle belve malvagie. Sono solo il frutto ed il prodotto della guerra, della guerra e dei suoi orrori che stravolge l’animo umano e che va bandita in ogni caso come mezzo per regolare i rapporti tra i popoli.
E’ la guerra che va aborrita. E’ la guerra che può rendere gli uomini dei mostri.
Oggi la nostra Europa dei 25, che potrà ancora allargarsi e potrà essere un esempio di concordia e di pace per il resto del mondo, ha il grande compito di portare avanti la più grande delle conquiste, che è la più elementare concezione del diritto internazionale e cioè quella di regolare sempre i rapporti tra gli Stati con la negoziazione e mai più con la guerra.