di Francesco Toti
Primo Maggio: Festa dei Lavoratori.
Egregio presidente Mattarella, gentilissima presidente Meloni, gentilissima Schlein, egregio segretario Landini quanta retorica… Sant’agostino affermava poche chiacchiere e molti fatti. Benedetto Croce diceva che sull’argomenta sappiamo tutto, dunque che fare?
Siamo tutti d’accordo il salario degli operai tra gli 800 ed i 1.300 euro mettono tristezza ed anche un po’ di vergogna. Non sono cose degne di una società civile. Poi la gente non va a votare, si disaffeziona, si auto-emargina… Cresce il Pil (Prodotto interno lordo) e cresce la povertà. Dove sta l’inghippo se non nella classe politica?
Uno Stato sano è come un buon padre di famiglia sano: dovrebbe suddividere la ricchezza prodotta dalla nazione e dalla famiglia con un minimo di equità. Gli indicatori economici affermano che l’Italia è il paese più iniquo dell’Occidente. Piccola consolazione, fanno meglio di noi nel peggio solo il Portogallo.
Il cancelliere tedesco Bismarck nel secolo scorso affermava che bisogna decidere se produrre burro o cannoni. Cioè: come suddividere per legge i beni prodotti?
Se l’economia è la disciplina che studia cosa, come e per chi produrre, quest’ultimo concetto afferma che quel per chi è da affrontare con i fatti; magari in un decennio, togliendo privilegi per restituire umanità alle famiglie meno fortunate.
Uno dei pochi a dire cose giuste sulle diseguaglianze era papa Francesco…