– “Da 20 anni siamo abituati a dire meno 5 per cento. A quest’ora dovremmo essere sottozero. In sintesi, si può affermare che è stata una stagione meno peggio di quanto tutti dicono. Va sottolineato che il turismo della provincia di Rimini arriva da 2-3 estati con presenze record. E, come si sa, i record è difficili batterli”. A parlare così è Mario Tebaldi, assessore al Turismo del Comune di Cattolica, nonché albergatore di talento sempre a Cattolica.
Il mese che ha fatto traballare un’estate altrimenti da record assoluti rispetto agli anni precedenti è stato luglio. Come si può osservare dalla tabella a fianco, le “colpe” sono degli stranieri, che non sono calati a frotte come ci si aspettava. La vera emorragia c’è stata a Riccione, che ha fatto segnare quasi un meno 15 per cento. Però Riccione, a luglio, non è stata tradita dagli italiani.
Un altro imprenditore che legge in positivo è Massimo Ricci, cattolichino, ex presidente degli albergatori della sua città, responsabile regionale per il turismo dell’Udc. Deciso: “Sotto, sotto, la stragrande maggioranza degli albergatori è contenta. Con serietà, è difficile che le cose sono andate male. Noi, nei nostri due alberghi, eccetto una settimana in luglio, non abbiamo mai avuto problemi. La stessa cosa è avvenuta ai miei vicini di albergo. E’ vero tuttavia che sono arrivati molto meno tedeschi, là c’è crisi. Come in ogni mestiere, credo che la differenza venga fatta dalla professionalità. Da come vengono trattati i clienti ed il personale. Posso dire che negli ultimi tre anni abbiamo investito molto nelle strutture”.
Marco Giovannini, presidente degli albergatori di Riccione: “A Riccione rispetto al passato le presenze più o meno sono agli stessi livelli. Quello che è calato sono i ricavi quantificabili in circa il 5 per cento in meno. Il turista ha speso meno. Abbiamo avuto la crisi del tedesco, non compensato dagli incrementi degli altri mercati: Svizzera, Olanda, Belgio, Francia. Inoltre, voglio rimarcare la fuga degli italiani tra i 25 ed i 40 anni, un fatto nuovo per Riccione. Sembra che ci sia un’inversione di tendenza: stiamo ridiventando una cittadina appetibile alle famiglie. Non è un caso che poi sia mancata la gente in giro la sera dopo una certa ora”.
Giovannini sposta la sua riflessione sul futuro: “Alla nostra amministrazione cerchiamo di far capire i cambiamenti, chiedendo concertazione nelle decisioni, ma gli enti non tengono conto di chi fa turismo. A Riccione uno decide da solo e per tutti. Non è assolutamente possibile. Altro fatto. Per stare sui mercati bisogna riqualificarsi. Ma quasi nessun nostro albergo, ad una e due stelle, è rientrato nella graduatoria regionale per le migliorie le strutturali. Quando poi nei finanziamenti sono entrati i bagni”.
Ma quale lettura dell’estate 2003 arriva dal vertice del turismo provinciale. Massimo Gottifredi, l’assessore: “I nostri risultati sono legati al non facile momento economico dell’Europa e del mondo, più in generale. E’ vero che anche alle Baleari i tedeschi sono arrivati il 10 per vento in meno rispetto al 2002, ma se ci fermassimo a questo livello di analisi, sbaglieremmo. Il Riminese per poter essere appetibile sui mercati nazionali ed internazionali deve puntare alla qualificazione. Il pubblico da parte sua sta spingendo verso la destagionalizzazione con investimenti forti. E’ sufficiente pensare alla fiera di Rimini. Questa oggi vale il 12 per cento delle presenze della nostra provincia ma ben il 30 per cento per quanto concerne i ricavi. Insomma, è un turismo più ricco”.
“Noi spingiamo in modo concreto verso la riqualificazione – continua Gottifredi -. Abbiamo concesso 4,5 milioni di euro di finanziamenti a chi ristruttura. Abbiamo premiato gli alberghi ecologici per portare un certo tipo di turismo. Stiamo spingendo nella promozione dell’entroterra nell’intento di fare del Riminese anche un mercato culturale eno-gastronomico”.
Un capo d’accusa sulla perdita di competitività sono i prezzi degli extra-alberghiero: bar, ristoranti, pizzerie. In un bar in spiaggia, nulla di eccezionale, una porzione di spiedini (due bastoncini di gamberi e due di calamari) sono stati pagati 14 euro, 28.000 lire. Ma si è davvero fuori mercato rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa? Mirco Pari, segretario provinciale della Confesercenti: “E’ sufficiente girare un attimo per accorgersi che il nostro extra-alberghiero non è fuori mercato rispetto al resto dell’Italia. E se si va a confrontare la forbice tra le tariffe dei nostri alberghi e quelle degli extra, si scoprirà che la differenza, negli anni, è sempre stata la stessa. Penso che questa stagione venga archiviata come negativa perché al suo inizio c’erano troppe aspettative a noi favorevoli: problemi di sicurezza nel Mediterraneo, la Sars, gli strascichi dell’11 settembre. Invece, gli stranieri non sono arrivati. Quando va invece valutata positivamente, seppur con dei distinguo. Alcune categorie come l’abbigliamento, il calzaturiero non possono essere soddisfatte. Va tenuto presente che il turismo a Rimini è una vera e propria industria dell’ospitalità, con uno sviluppo maturo, dove le dinamiche sono per forza diverse. Da noi ci vogliono politiche del governo vere e proprie. Questa stagione deve far riflettere sul modo di fare promozione, sulle nostre strutture alberghiere, le infrastrutture, la qualità della vacanza, la sicurezza”.
di Francesco Toti