– “Aspettiamo le decisioni della Margherita”. Così risponde Sergio Bartolini, il segretario dei Ds di Morciano a chi gli chiede il momento politico morcianese in vista delle elezioni comunali del prossimo giugno. “Il sindaco di Morciano – continua Bartolini spetta alla Margherita. Dunque, noi non entriamo nel merito delle loro scelte. Negli ultimi tempi i chiarimenti li abbiamo avuto”.
E’ molto probabile che il dinamico scacchiere politico morcianese si possa delineare per la fine di aprile. Allo stato tutto ed il suo contrario è possibile.
E tutto ruota attorno al sindaco uscente Ciotti. Ufficialmente della Margherita, ma oggi alla testa di un’amministrazione di centrodestra con il suo alleato “naturale”, il centrosinistra all’opposizione.
Ciotti, con molta onestà, è anche in una situazione politica delicata. Che cosa dirà mai ai suoi alleati, Forza Italia, An e Socialisti, per farli scendere dalla locomotiva governativa? In questi cinque anni non ha litigato con i suoi collaboratori. Litigio difficile, per la ragione che Ciotti è un gran solista non meno che diffidente. Così piuttosto che fare squadra, preferisce decidere in proprio. Ha, dalla sua, una caterva di lavoro svolto. Forse tanto superfluo, come le rotonde, piazza del Popolo, che piuttosto che accendere il commercio morcianese, lo hanno penalizzato. Oramai i buoi sono usciti e buonanotte ai suonatori. Inoltre, oltre gli alleati, non ha mai coinvolto le associazioni nel governo della cosa pubblica. Che, se da un lato, hanno accelerato le decisioni, dall’altro gli hanno creato molte avversità.
Il centrodestra, orfano di Ciotti, dovrebbe guardarsi attorno e cercare un candidato di peso nella Casa delle libertà.
Mario Garattoni, casa Lega nord, gode di una buona popolarità personale, che non riesce a spendere con una coalizione. Presentarsi da solo ed entrare in Consiglio comunale è riduttivo.
Complessità nell’arcipelago del centrosinistra. I Ds stanno aspettando la Margherita. Poi c’è un’isola che si potrebbe far coincidere con le persone di Ennio Tagliaferri ed Atos Berardi che sono critici rispetto ai Ds e ad un’alleanza più che con la Margherita con Ciotti. L’ex potente sindaco Berardi ha paventato una sua lista civica. L’uomo vale molti voti, ma andrebbe allo sbaraglio e fare il don Chisciotte non appartiene al fare politico di Berardi, capace di fare tattica fino all’ultimo secondo se si accorge che cambia la strategia.
Poi c’è un elemento non trascurabile: la storia politica di Morciano. Eccolo, uno scenario all’apparenza impossibile. Ciotti si è fatto molti nemici, in casa, nel centrodestra e a sinistra. Conseguenza: la sinistra fa una lista alleandosi con il centro. La destra si presenta con i propri candidati e Ciotti che rischia di rimanere con il cerino in mano ed essere tagliato fuori da ogni gioco di governo. Tutti fatti già visti nel ’95.