– Uno dei temi ‘caldi’ dell’urbanistica italiana in questi ultimi decenni è stato, e rimane, quello del rapporto tra pianificazione pubblica e proprietà privata. Una delle formule più recenti di tale rapporto è la S.T.U. (Società di Trasformazione Urbana) che vede da un lato l’Ente pubblico e dall’altro il privato imprenditore, riuniti in Società temporanea al fine di realizzare grandi interventi di riqualificazione urbana: tuttavia i rilevanti interessi socio-economici in gioco, la necessità di tutelare il pubblico interesse, la complessità delle procedure – unitamente alla rissosità della scena politica italiana – hanno fatto sì che tale metodo abbia avuto poco successo sino ad oggi.
Anche a Gabicce Mare si è tentata questa strada, creandone i presupposti a partire dalle indicazioni dell’ultima Variante del P.R.G. (ancora vigente), in cui viene proposta tra le altre cose, la nuova edificabilità dell’isolato ove ha sede il Municipio – con un premio volumetrico – in cambio della ricostruzione integrale della sede municipale vicino alla darsena. Tale programma è stato portato avanti, senza successo, dall’Amministrazione uscente, a fronte della forte opposizione di una parte dei cittadini che sosteneva la non cedibilità di tale area, ritenuta non a torto di vitale importanza dal punto di vista urbano, se è vero che nei primi anni ’50 era ancora un campo incolto.
Facendo seguito all’ipotesi proposta per il lungomare di Cattolica, il gruppo di lavoro costituito dall’arch. Maurizio Castelvetro e dal geom. Mirco Coli, presenta quella che i progettisti definiscono una “visione” per Gabicce: in essa, pur accettando l’impostazione del PRG attuale, si propone la tutela dell’uso pubblico di una parte significativa dell’area, cogliendo l’occasione per la riqualificazione della pseudopiazza esistente e fornendo un valore aggiunto alla città, un luogo di cui si avverte la mancanza: un ambiente pubblico aperto e protetto.
Accorpando le volumetrie in direzione monte ed in altezza, la proposta prevede la massima liberazione di spazio verso il mare, con la creazione di una piazza coperta ed alberata, delimitata da una vetrata tecnologica apribile, sulla quale ai piani inferiori si possano affacciare non solo attività commerciali, bar, uffici ma anche servizi di pubblica utilità (uffici comunali e provinciali decentrati, gas, acqua, ecc.).
In definitiva un luogo luminoso che abbia una funzione sia estiva che invernale, rivolta ai turisti ma anche ai cittadini, con la possibilità di essere utilizzata per piccoli eventi, concerti, mostre, grandi schermi a scomparsa per proiezioni, presentazioni pubbliche: un vero e proprio “salotto urbano”.