– L’onorevole Sergio Gambini tira dritto. Punta l’indice con forza contro la cementificazione della provincia e la direzione del suo partito, in testa il segretario Riziero Santi e Maurizio Melucci, vice-sindaco di Rimini.
Anche un bambino capisce che le osservazioni di Gambini allo sviluppo urbanistico provinciale non fanno una piega. Ma c’è chi fa notare che quando Gambini è stato assessore all’Urbanistica di Rimini non ha brillato per gli orizzonti alti e che in parecchie occasioni è stato silente.
Con onestà intellettuale va detto che l’indice contro l’attuale direzione politica Gambini l’ha sempre avuta: Santi non lo sopporta. Sentimento reciproco.
Figlio di un socialista confluito nel Psiup, Sergio Gambini prima di entrare nella Fgci (ne è stato anche segretario provinciale) faceva parte del movimento studentesco non proprio tenero col Pci. Del Pci Gambini ne è stato anche il segretario. Chi lo conosce bene dice che lo stima pur non condividendone le posizioni; è troppo preso a rimuovere il passato. Ed è strano che se ne siano accorti ad un’età così matura. Prima, dov’erano? Con Nando Fabbri, Giuseppe Chicchi, Nando Piccari, Gambini rappresenta uno dei cavalli di razza della sinistra riminese. Sveglio, dinamico, sempre impegnato ad approfondire ed argomentare il pensiero, è un uomo navigato che sa quando far buon viso a cattiva sorte, cosa che succedono in politica e nella vita. A Roma ha stretto amicizie forti; prima fra tutte quelle con il margheritino Enrico Letta. Gli va concesso che non era facile dare un giudizio negativo alla direzione politica del suo partito, i Ds. Lo fa per conservare una posizione di privilegio o per chiarezza intellettuale? Si potrebbe aprire una discussione nel partito.