– “Una banca diversa”, recita uno slogan della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Una testimonianza vera, andando dalle idee ai fatti, è che l’assemblea dei soci della banca di Credito Cooperativo di Gradara esce dalla tradizione, restando nel forte solco della socialità. Il 25 aprile, al Teatro Astra di Gabicce Mare, inizio alle 9 del mattino, dopo la relazione del bilancio 2005 letto dal presidente Fausto Caldari, i soci si pronunciano sulla sua approvazione: il migliore di sempre.
Dopo ci si sposta a Gradara per un pomeriggio particolare: tutto imperniato sulle bellezze del borgo e del castello, con tanto di visita guidata e spettacoli di intrattenimento.
Perché tale pomeriggio? “Credo che Gradara – racconta il presidente Fausto Caldari – sia uno dei borghi medievali più belli del mondo. E la banca lo vuol far scoprire a chi non lo conoscesse già, da una parte; dall’altra fa sempre piacere riviverlo attraverso una visita approfondita. E chi ben lo conosce, lo può consigliare ai turisti che affollano la riviera. Un bel grazie va alla Sovrintendenza alle Belle Arti di Urbino; nei nostri confronti si è dimostrata davvero sensibile”.
Il borgo di Gradara, racchiuso in massicce mura trapezoidali, irrobustite dalle torri e da un possente mastio sul punto più alto del colle, risale al 1300. Era una delle fortificazioni malatestiane a far da sentinella alla sottostante via Flaminia. Dopo i Malatesta, vi regnarono gli Sforza e i della Rovere. Ogni casata vi ha lasciato la propria impronta artistica.
La cittadella si contraddistingue per due perle storico-artistiche: la Rocca ed il borgo. E la visita non può che iniziare dalla prima.
La Rocca
Quadrilatera con torri negli angoli, venne eretta nella metà del XIII secolo su un fortino ancora più antico. Nel 1463 passò ad Alessandro Sforza; Giovanni Sforza la restaurò nel 1494. Sul cortile rinascimentale con bella loggia dagli archi a botte si affacciano gli ambienti più raffinati, tra cui la cappella impreziosita da una ceramica invetriata di Andrea Della Robbia. Tra le attrazioni la camera da letto di Francesca, dove venne uccisa insieme a Paolo dal marito. L’amore impossibile è stato cantato da Dante nell’altrettanto famoso V Canto dell’Inferno. Dopo i fasti del Cinquecento subì un lento declino fino al 1923, quando fu nuovamente restaurata.
Il borgo
Non da meno è il paese cinto dalle mura. Vi si accede attraverso una bella torre con orologio che dà sulla via principale, sulla quale si affacciano alcuni edifici di pregio. Al termine della ripida via in salita, si apre una piazzetta. Sulla destra c’è la chiesa di San Giovanni Battista; vi si ammirano un Cristo ligneo del 1400; nell’abside un’Assunta di scuola spagnola. Dalla piazzetta si accede al Castello, oltrepassando un bel ponte levatoio.