– Il Sangiovese di Romagna nell’immaginario collettivo significa grandi uve e pessimo vino. E la storia conferma. Anche se forse è stato così fino a pochi anni fa. Oggi, finalmente, si producono ottimi vini, ma vanno valorizzati prima di tutto dai nostri ristoratori. Vai in giro e se chiedi un bianco come aperitivo ti propongono tutto, eccetto una delle nostre specialità: che tristezza. Invece, il turismo legato alla terra, tradizione, tipicità parte dalle eccellenze agricole di queste terre. Insomma, si fa cultura e turismo insieme.
Piero Meldini, il prestigioso intellettuale-scrittore riminese ne ha combinate un’altra delle sue. Questa volta si tratta di una bellissima scoperta fatta negli archivi della biblioteca di Forlì. Ha rinvenuto un carteggio tra l’abate-studioso corianese Giovanni Antonio Battarra e Giuseppe Baretti, un polemista raffinato quanto feroce, grande animatore di una rivista letteraria famosa per entrare a gamba tesa nei testi. Titolo: la “Frusta letteraria”, che ha nel suo pseudonimo già tutto un programma e che dà il senso, “Scannabue”.
Il piemontese insieme a nove persone doveva passare per Rimini nel 1776; attraverso una lettera chiede allo studioso romagnolo dove andare a mangiare un boccone eccellente. Allora, come rimarca con ironia Meldini non c’erano le guide. Non si sa dove andarono Baretti e amici a consumare, forse nei dintorni di piazza Cavour.
Ritornato a Torino, in un’altra lettera, chiede a Battarra come si fanno i vini nel Riminese. Rimarca che si fanno alla romagnola: non piacevoli al palato, nonostante le uva eccellenti.
Baretti suggerisce anche come fare: è semplicemente necessario scegliere i chicchi buoni dai cattivi. Le conseguenze oltre che sulla bontà del prodotto, avviene anche sul prezzo. I vignaiuoli possono spuntare una cifra ben maggiore, anche ai forestieri.
Tutto questo è stato raccontato lo scorso 21 giugno a Rimini in piazza Cavour, durante la conferenza stampa organizzata dal coriano-riminese Enrico Santini, presidente provinciale di Confagricoltura e raffinato vignaiolo con tenuta sulle colline di Passano. Lo spunto era stato l’abbinamento Notte Rosa-lambrusco. E con un pizzico di sana polemica, Santini ha portato un momento di riflessione sul fatto che il lambrusco è emiliano e poco ha a che fare con il Riminese. Andrea Gnassi, assessore al Turismo della Provincia, nonché ideatore della Notte Rosa, ha sottolineato che è stato semplicemente un’operazione commerciale e di marketing. Insomma, i soldi si prendono da chi è disposto a pagare.
Giovanni Battarra (1714-1789) è stato un prestigioso studioso della civiltà agricola, nonché naturalista. Senza i suoi scritti si avrebbero meno conoscenze del mondo contadino del suo secolo e non solo. Gli è stato appena dedicato il parco di Pedrolara.