– Palazzo Corbucci ha radici nobili. Le sue fondamenta sono quelle malatestiane della ‘fattoria del castello’ un centro di raccolta di derrate alimentari. Rispetto al primitivo impianto l’immobile subisce però nel tempo trasformazioni e aggiunte. Con tutta probabilità in origine rimaneva isolato dalla fortificazione, ma successivamente acquisce spazi con l’addizione del vicolo-corridoio che lo distanziava dalla fortificazione, facendo di essa uno dei lati della casa.
Analizzando la distribuzione degli ambienti e la relativa destinazione d’uso, si evidenzia la funzione principale dello stabile, utilizzato come deposito dei principali prodotti agricoli, resa più sicura dalle strutture difensive del castello, con i piani superiori come residenza occasionale durante i mesi estivi.
L’edificio finì per inglobare su un lato le antiche muraglie castellane sul Ventena e, nei primi decenni del ‘500, anche il torrione a pianta poligonale realizzato in aggiunta alle opere di difesa militare ideate durante il governo di Sigismondo Pandolfo Malatesta che avevano richiamato a San Giovanni anche la consulenza di Filippo Brunelleschi.
Nel XVI secolo quella che era stata una proprietà malatestiana, confluita fra le proprietà della famiglia dei Passionei di Urbino, seguì le vicende patrimoniali di Camilla, appartenente appunto a questa casata. Convolata a nozze con il conte Orazio di Carpegna, la trasferì come dote alla nuova famiglia insieme ad altri stabili e possedimenti terrieri ubicati nei territori di Cagli, di San Giovanni in Marignano e di Cattolica.
Nel 1811, il già “casino” Carpegna pervenne in proprietà ai Corbucci, dopo una serie di transazioni documentate tra il 1802 e il 1803 che videro il coinvolgimento anche del conte Ruffo. Saranno gli eredi di Pietro Corbucci ad intervenire nell’ultimo restauro dell’antica casa signorile, con un nuovo progetto, sviluppato su tre piani, della parte affacciata sulla via XX Settembre tutt’oggi visibile.