COMUNITA’
– Dopo il taglio del nastro inaugurale, attrezzare un’area gioco psico-motoria e non spargare a casaccio la classica altalena, lo scivolino, insieme a tre “animaletti” a molla. Questo deve essere il cammino verso cui deve andare il parco di Misano Cella inaugurato lo scorso ottobre. Data la situazione economica di Misano Adriatico, non proprio florida, l’area gioco deve avere un unico progetto da completare a stralci negli anni. Fare un po’ come i contadini: il passo lungo quanto la gamba. Senza nessuna vergogna. Come si sa, sempre per citare, la saggezza contadina, la fretta fa i gattini ciechi.
La frazione non chiede la luna, ma soltanto un po’ di saggia e lenta attenzione. Per chi non lo sapesse, alla Cella abita uno tra i massimi esperti italiani di giochi da esterno e relativo spazio dove inserirli. Un suo progetto è entrato anche in lizza per il Compasso d’oro, il Nobel dei designer. Insomma, cosa di cui essere orgogliosi. Sarebbbe suffficiente una telefonata per avere un po’ di dritte.
La piazza-parco, figlia del rapporto pubblico-privato legato all’ex consorzio agrario, che in cambio del cambio di destinazione d’uso in negozi e civili abitazioni, se n’è accollato le spese, nella sua semplicità è un gioiellino. Al momento però è un contenitore fatto di panchine, fontana, lampioni e cestini portarifiuti. Poco attraente. Deve essere in grado di vivere e non c’è modo più intelligente che attirare i bambini con relativi genitori e nonni. Lo spazio ha anche la fortuna di essere arredato da piante grandi già esistenti. Sulla piazza, sempre grazie a questo marchingegno non proprio equo che è il rapporto pubblico/privato, dovrebbe essere costruito anche il centro civico della frazione.