Il Consigliere Regionale Marco Lombardi (PDL) ha presentato oggi pomeriggio un’ interrogazione in Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna con cui si chiede alla Giunta di intervenire per valutare complessivamente la politica di massiccia distribuzione praticata dalla locale Ausl. Una vicenda che, proprio ieri, ha portato ad uno sciopero “senza precedenti” da parte dei farmacisti che si sentono “pesantemente lesi” dalla situazione che nel tempo si è creata. Due gli aspetti. “Da un lato – dice Lombardi – gli innegabili disagi per i pazienti che devono sottostare agli orari prestabiliti dall’Azienda per la consegna; dall’altro, il danno che il massiccio impiego del sistema di distribuzione diretta messo in atto dall’Ausl di Rimini sta creando soprattutto per le piccole farmacie rurali che viceversa costituiscono un presidio fondamentale dei territori disagiati. In particolare – si precisa nell’atto ispettivo del Consigliere – ciò si avverte in maniera tangibile nell’Alta Valmarecchia: le 10 farmacie rurali dell’Alta Valmarecchia “oltre a soffrire una collocazione in disagiate zone di montagna, scontano anche il fatto che rispetto alla Regione Marche dove prima si trovavano, usufruiscono oggi di un contributo di disagio territoriale enormemente inferiore riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna”. Inoltre, essendo il sistema praticato anche presso l’ospedale di Novafeltria, la distribuzione diretta crea disagio ai cittadini che devono fare chilometri per l’approvvigionamento, oltre al danno economico alle farmacie che vedono compromesse la loro stessa esistenza. In Alta Valmarecchia dunque è a rischio la sopravvivenza stessa di queste farmacie i cui titolari, spinti dalla impossibilità di proseguire la loro attività nei territori montani ed anche in virtù delle recenti norme in tema di liberalizzazione, è ipotizzabile abbandonino quei territori a favore dei centri urbani per poter sopravvivere economicamente. Ed è evidente che la scomparsa di queste farmacie rurali rappresenterebbe un impoverimento di quei territori ed un notevole abbassamento del livello di sicurezza di quelle popolazioni. Vi è poi un altro elemento su cui Lombardi chiede lumi alla Giunta Regionale: da notizie di stampa infatti è dato apprendere che Federfarma ha presentato un esposto per denunciare il mancato rispetto dell’accordo regionale che prevedeva un limite massimo di “pezzi” distribuibili direttamente dalle Asl, indicando proprio la Asl di Rimini come quella che più di ogni altra ha violato tale accordo. Esposto che ovviamente se accolto, comporterebbe un ingente risarcimento a carico delle casse regionali.