“La politica non può diventare un affare personale. I partiti oggi rappresentano malamente gli elettori e la base. Sono diventati troppo gerarchici”. L’allarme lo lancia Roberto Piva, dal 2005 consigliere regionale del Pd. Professione medico, dice: “Per uno che viene dal mondo delle professioni e del lavoro fa un po’ fatica a entrare nel linguaggio e nelle dinamiche della politica che conosciamo. Va sottolineato che anche in politica c’è da scegliere, per fortuna. Dal mio punto di vista deve essere un servizio. Dopo un certo percorso, dopo un certo lasso di impegno, l’eletto deve tornare al suo lavoro. Quando la politica diventa uno strumento, sfocia in un affare personale. Credo che ci voglia un coraggioso scatto in avanti”. “Noto – continua Piva – che nei partiti c’è un vuoto di quarantenni e cinquantenni; per fortuna ci sono tanti trentenni, che è una classe con grandi speranze e ancora più grandi energie. E’ una generazione vicina alle persone e alla solidarietà. Per fortuna il Pd a livello provinciale ha una bella ramificazione rappresentata dai quasi 60 circoli. E sono proprio i circoli a mantenere vivo il rapporto tra il territorio e le istituzioni. In questo momento di difficoltà sia economiche sia sociali siamo al centro di una sfida coinvolgente, con le quali abbiamo l’obbligo di cogliere il nuovo”. “L’attuale crisi economica – commenta Piva – deve farci riflettere sul valore dell’uomo. Se sto bene io, deve stare bene anche il mio vicino di casa. Insomma, deve essere bello anche l’orto di fianco. Questo vale a Rimini ed in tutti gli altri luoghi. Ed è proprio questo che negli anni la politica ha smarrito. In un periodo in cui la politica è sempre più dirigistica e questo è un errore, perché prevale la conservazione, la mia speranza è che alla politica si possano avvicinare persone normali e vere. Credo che sia il tempo di una politica delle persone, come dimostra l’esperienza governativa di Monti. Purtroppo, anche nel nostro territorio ho visto gli uomini soli al comando; quando ci vorrebbe un lavoro d’insieme sia in chi fa politica, sia in chi amministra. Spesso, gli amministratori sono molto bravi quando devono governare ed organizzare il proprio territorio. Però si fermano al confine; quando per ovvie ragioni l’amministrazione deve essere condivisa in un’area più vasta. Invece, tutto si arresta e frena. Oggi, gli investimenti si devono fare in spazi ampi. Solo così si crea un Paese moderno ed efficiente. Certo con questo discorso di efficienza bisogna partire dalla Camera e dal Senato, fino ad arrivare alle auspicabili unioni dei comuni. Dei territori. Dei cittadini. Stare! insieme significa massimizzare le conoscenze. Conoscenze che ti permettono di andare al di là dei propri confini”. “Seppur lentamente – chiude la riflessione Piva – questo sta avvenendo. Un esempio forte sono gli ospedali nella provincia di Rimini. Vent’anni fa, c’erano due aziende pubbliche con sette ospedali. Oggi, c’è una sola azienda, con meno ospedali ed ognuno ha una sua specializzazione”.