di ALBERTO BIONDI
Ancora non sappiamo se sia stata la Riviera romagnola a conquistare il cuore della Russia, o se viceversa la recente ondata di turisti dall’Est non preluda una nostra annessione geopolitica ai territori della Federazione. Su una cosa siamo tutti d’accordo, però, lasciando da parte stereotipi fuori luogo: tra Rimini e Mosca c’è del tenero. Con la mostra d’arte contemporanea “Russiart, tra sogni e metafore”, inaugurata venerdì 1 agosto al Palazzo del Podestà di P.zza Cavour, il dialogo tra oriente e occidente raggiunge un apice del tutto inedito per la nostra comunità e vuole farsi pietra miliare per future iniziative in questa direzione. Gli artisti di San Pietroburgo Armen Gasparyan, Olga Suvorova e Igor Samsonov, tutti di acclamata fama internazionale, hanno deciso di esibire le loro opere in quella soleggiata Rimini di cui tanto avranno sentito parlare durante i glaciali inverni siberiani. I tre sono stati chiamati a raccolta dalla curatrice Eva Dulikova Frisoni e dalla gallerista moscovita Svetlana Severina, che ha organizzato tutto a spese proprie senza l’intervento di sponsor. Chiamasi mecenatismo.
Nelle cinquanta tele esposte al primo piano del Palazzo del Podestà, i visitatori potranno immergersi in suggestioni e atmosfere che, come giustamente ha osservato l’assessore alla Cultura Massimo Pulini, “parlano cirillico”. Che siano le donne o i labirinti metafisici di Gasparyan, i ritratti pre-raffaelliti di Olga Suvorova o le scene surrealiste di Samsonov, il disegno e il pennello sembrano offrire una “narrazione” che l’arte moderna occidentale ha smarrito, chiusa come si ritrova in un astrattismo cosmopolita ormai superato. I quadri di Russiart sono invece espressione diretta di un linguaggio nazionale, di un’identità chiara con i suoi simboli e canoni estetici, che seppelliscono definitivamente l’iconografia bolscevica e guardano piuttosto al Rinascimento italiano, alla pittura fiamminga e tedesca, a quelle correnti che hanno fatto della “figura” la loro quintessenza.
Ha sottolineato Pulini: “Come istituzione culturale non potevamo ignorare una simile occasione per creare una mostra pensata anche per la numerosa comunità russa che qui risiede o viene in vacanza. Le opere, per la loro natura, ci hanno subito posto un interrogativo importante: le immagini hanno una loro geografia e temporalità specifiche? In questo caso siamo portati a dire di sì, che la pittura di Gasparyan, di Samsonov e della Suvorova si ascrive ad un contesto spazio-temporale ben specifico. Sono opere queste che sembrano riunire diverse arti: poesia, teatro, cinema, letteratura, cosa che in Occidente si è persa e dovremmo riscoprire”.
La mostra ha il suo nerbo al Palazzo del Podestà, ma porta una dozzina di quadri anche alla Banca di Rimini e una decina al Grand Hotel. Secondo la curatrice Eva Dulikova Frisoni (nella foto accanto ad una delle opere esposte), l’evento aprirà le porte ad un fertile gemellaggio artistico tra i pittori italiani e russi. La mostra, che abbiamo visitato in anteprima e raccomandiamo caldamente, è ad ingresso gratuito. Una ragione in più per non perdersi l’iniziativa. Russiart resterà aperta al pubblico fino al 14 settembre, questi gli orari: 10.30-12.30 17.00-23.00. Chiuso il lunedì.
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