La scarna risposta dalla Commissione Europea in merito alla sua interrogazione del 17 luglio nella quale si chiedeva chiarezza in merito all’intenzione della Croazia di trivellare i fondali del Mare Adriatico alla ricerca di idrocarburi non lascia presagire nulla di buono.
Questa la risposta. “La Commissione desidera sottolineare che l’articolo 194 del TFUE garantisce il diritto degli Stati membri di stabilire la struttura generale del loro approvvigionamento energetico. Ciò non deve pregiudicare il conseguimento degli obiettivi vincolanti per il 2020, sia a livello nazionale che dell’UE, riguardo alla quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia, come previsto dalla direttiva sulle energie rinnovabili”.
“Non so se essere contento, perché la Commissione attribuisce sovranità ai singoli Stati, o preoccupato” – dice Marco Affronte (foto)– “perché in fondo è proprio quando si parla di aree comuni e beni comuni che l’Europa dovrebbe regolare i rapporti fra Paesi. L’Europa mette paletti quando e come vuole, ma sull’Adriatico e l’ambiente, lascia fare”. “Speriamo almeno” – conclude Affronte – “che l’Italia cerchi di tutelare l’ambiente marino, evitando di lasciarsi trascinare in una pericolosa e poco probabile corsa all’oro nero, sulla scorta di quanto ipotizza la Croazia. Ma non ci confido molto, visto quanto hanno dichiarato di voler fare, a più riprese, diversi ministri italiani. Noi, al contrario, dovremmo cercare di lavorare con i nostri vicini per indurli ad una politica ambientale più prudente.”
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