di Gianfranco Vanzini
«Soltanto l’ipotesi che potesse passare una legge del genere, per me era un assurdo e mi faceva stare male. Il fatto che non sia passata, è una vittoria del buon senso. Qualcuno ha affermato: “Con questa bocciatura sono morti i diritti”. Io, piuttosto, dico: “Viva il diritto di parlare, il diritto di esprimersi, il diritto di non essere censurati per prese di posizione ritenute scomode. Quello che è accaduto al Senato, lo vedo come una grande conquista di civiltà: totalmente l’opposto di quello che dicono i media.
Di solito, quando si presenta una proposta di legge, c’è sempre spazio per una sintesi, una mediazione, un dialogo. Invece, è evidente che la questione è stata posta come una verità assoluta, “deve essere così e basta”, alla faccia della democrazia e del dialogo. Se si imposta così il dibattito, è inevitabile che l’esito sia quello di andare a schiantarsi. E meno male che la prepotenza è stata vinta.
Comunque, come ho già scritto suo tempo, io penso che la maggior parte dei sostenitori del ddl Zan, vip e giornalisti compresi, non avessero letto il testo e non sapessero nemmeno di cosa si stesse parlando. Tutti pensavano e scrivevano che si sarebbe colpito chi discrimina gli omosessuali, ma il ddl Zan non puntava a questo. Io non accetto le discriminazioni, come tra l’altro dice anche la nostra Costituzione, si possono anche inasprire le pene per chi offende e discrimina, ma non per questo si può smontare il concetto di famiglia naturale o di sessualità biologica.
In molti si sono allineati, ma se si fosse chiesto loro di spiegarti i contenuti e poi di discuterne con te, credo che pochissimi sarebbero stati in grado di farlo. Per ora diciamo che “tutto è bene ciò che finisce bene”. Speriamo che il tempo e la sconfitta portino consiglio a chi ancora non ha capito che la sessualità, l’adolescenza, la scuola e la famiglia sono cose serie.