Turismo. Direttiva Bolkestein, Corsini: “Finito il tempo delle promesse vuote del Governo, ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro. Già convocato un tavolo con i Comuni costieri e le Associazioni di categoria per fine agosto”
L’assessore dopo il rinvio della norma nell’ultimo CdM: “Vogliamo scrivere e deliberare linee guida comuni e condivise per aiutare le amministrazioni costiere a fare le evidenze pubbliche e salvare così il comparto. Ci baseremo sul decreto Draghi per risolvere una questione che riguarda oltre 1.500 imprese”
“Il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito. Ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro. Ho già convocato i Comuni costieri e le Associazioni di categoria dei balneari per fine agosto, prima non era possibile dal momento che siamo nel momento clou della stagione turistica. Questo Governo ha già dimostrato a sufficienza la propria totale incompetenza, prendendo in giro le imprese con false promesse e mettendo tutti i cittadini nelle condizioni di pagare le sanzioni per la mancata applicazione della Bolkestein”.
Così l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, sul rinvio sine die del provvedimento sulla regolamentazione delle concessioni balneari che doveva essere approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri e a due giorni dallo sciopero degli stabilimenti proclamato da Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti.
“Il nostro obiettivo è chiaro- prosegue Corsini-. Vogliamo scrivere e deliberare linee guida comuni e condivise per aiutare le amministrazioni costiere a fare le evidenze pubbliche e salvare così il comparto. Ci baseremo sul decreto Draghi per risolvere una questione che riguarda oltre 1.500 imprese, parliamo di intere famiglie. E dobbiamo farlo noi, visto che questo Governo non solo non ha fatto nulla, ma ha peggiorato la posizione dell’Italia in Europa”.
“Qui non si tratta di una questione elettorale- aggiunge l’assessore-, ma della pelle viva di persone che rischiano di perdere la propria impresa per l’incapacità dell’Esecutivo di mettere mano alla materia in modo serio e nel rispetto delle leggi. Ormai sono passati due anni da quando presentammo il nostro documento per dare un concreto aiuto alla riforma nazionale. Un provvedimento largamente condiviso con il territorio e che aveva tutti gli elementi – dal riconoscimento del valore aziendale, degli investimenti fatti e della professionalità dei gestori alla sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti – per chiudere definitivamente e in modo positivo la vicenda. Non fummo ascoltati. Ora faremo da soli per salvare i nostri imprenditori e le nostre spiagge”.