Le indagini sono ovviamente in corso. Nel frattempo se ne parla e i toni epistolari si sono fatti subito duri tra Carlo Morigi di Arcobaleno Onlus (Associazione protezionistica degli animali) e il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali. Il rimando, inevitabile, al sindaco di Gemmano neo eletto Riziero Santi, primo cittadino della terra dove si sono svolti i fatti.
Il 15 giugno alle ore 22,47 – secondo la ricostruzione di Carlo Morigi – alcune (pare due) guardie venatorie con 2 colpi di carabina sulla strada Provinciale Onferno hanno impallinato e ucciso Sandy, una gatta. Il fattaccio ha ovviamente sin da subito scatenato numerose polemiche. Tutt’altro che pretestuose per un gesto di inaudita violenza considerato che l’arma si la stessa della caccia al cinghiale. Tanto da lanciare una vera e propria petizione tramite una nota piattaforma online che ha raggiunto la quota di 1130 sostenitori. I temi sono due: la sicurezza dei cittadini e l’attività venatoria nei confronti della caccia alla volpe.
Il presidente Vitali, che non è solito evitare i problemi, risponde. Ma la replica, piuttosto tecnica poco concreta e rifugiata nel burocratese, anziché placare gli animi, ottiene l’effetto contrario. Anche perché la presenza di testimoni rende i fatti piuttosto chiari. “Vi sono testimonianze di abitanti nella zona che quella stessa sera ed alla stessa ora nella strada Provinciale Onferno ed a ridosso di case abitate , girava un gruppetto di guardie venatorie per la caccia autorizzata alla volpe” chiarisce in un passaggio la petizione. Vogliamo sapere – si legge ancora – quale Ente ha autorizzato queste persone a praticare questo tipo di attività venatoria durante le ore notturne. Si pensa fossero Guardie Venatorie volontarie; se così fosse queste dovrebbero sapere che è vietato sparare a centocinquanta metri dalle case. E che una legge penale (articolo 638) punisce severamente, anche con la reclusione, chi danneggia o uccide gli animali domestici; dunque, l’assassino o gli assassini della gatta Sandy hanno violato due volte la legge. Altrettanto importante è sapere se l’ autorizzazione data a queste persone è stata preceduta dalla valutazione di incidenza, indispensabile per la caccia autorizzata alla volpe. Se vi è stata nel caso gemmanese una approvazione da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, per legge, è l’unico ente scientifico autorizzato a rilasciare pareri alle amministrazioni locali in merito alle scelte di gestione faunistica.
Su questa vicenda – continua il rappresentante dell’associazione – vogliamo che la Provincia di Rimini ci dia delle risposte ben precise atte a verificare eventuali responsabilità dell’ente per avere autorizzato queste battute ed auspicando che vengano immediatamente interrotte. Lei afferma – scrive nella replica a Vitali Carlo Morigi – che a tutt’oggi non sono mai stati riscontrati comportamenti irregolari nell’attuazione degli interventi previsti in convenzione ma come può ben constare c’ è sempre una prima volta ed a nostro avviso ci sono elementi probatori sufficienti per sospendere temporaneamente , quanto meno a queste persone, il permesso di svolgere la loro attività di Guardie Venatorie Volontarie per conto della Provincia di Rimini.
Quello che ora le stiamo chiedendo , signor Presidente, è di compiere un atto amministrativo non certamente giudiziario, cosa che non le compete. Non ravvisiamo l’ impossibilità, da parte dell’ Ente da lei rappresentato, di far sospendere subito la licenza, in via cautelativa, alle due guardie venatorie volontarie coinvolte nella spiacevole vicenda. Non vedo motivi perchè lei debba aspettare, come dice, le risultanze dell’ indagine in corso da parte della Procura di Rimini. Qui non si tratta di dicerie o sospetti infondati. Le due guardie erano presenti quella notte di pattuglia a Gemmano ? Si! ed hanno sparato i due colpi dalla via Provinciale Onferno? Si! contro una abitazione privata che distava meno di 50 metri dalla strada? Si! Il problema va ben oltre alla morte della povera gatta Sandy queste persone con la loro sconsiderata azione hanno messo a rischio l’ incolumità dei cittadini. Ora come richiesto telefonicamente alla sua segretaria signora Arcangeli sono a rinnovarle la richiesta di poterla incontrare; non desidero parlare con un tecnico dirigente del settore ma con lei personalmente, le sarò pertanto grato se può fissarmi un appuntamento.” L’ennesimo esempio dell’abisso tra cittadini e politica. (dc)
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