Ripetiamo spesso che, persino in tempi di crisi nera, c’è sempre una categoria privilegiata “Aldilà” di quella che gli economisti chiamano la logica della domanda e dell’offerta. Avete indovinato, no? Ci riferiamo all’intramontabile settore delle onoranze funebri. Avete mai sognato il rigor mortis di questo ambito posto fisso e un lauto stipendio (sicuro) a fine mese? Allora il titolo di questo saggio potrebbe lasciarvi di stucco: “Caronte in Cassa Integrazione” (Fratini, 128 pagg. 14 euro).
Scritto dal trio di giovani riminesi Luca Righetti, Carla Grippo e Fabio Filipponi, nonché presentato all’ultimo Salone del Libro di Torino con la vice caporedattore di Repubblica Laura Pertici, il libro è un’attenta analisi socio-economica sulla disoccupazione nell’Italia di oggi. L’affresco che emerge è preoccupante e coinvolge differenti età anagrafiche, professioni e tipologie di difficoltà insorte. Parliamo con uno degli autori, Luca Righetti, per farci raccontare qualcosa di più su questa pubblicazione dalle radici romagnole.
Intanto, cosa c’entra il traghettatore “dagli occhi di bragia” con la Cassa Integrazione?
Nell’Inferno dantesco, Caronte era colui che traghettava le anime dei dannati sull’altra sponda del fiume Acheronte. Non tutte però, solo le anime ricche che disponessero dell’obolo per la traversata. Nel dover scegliere un titolo per il nostro studio abbiamo deciso di giocare con questo paradosso mitologico, immaginandoci un Caronte sull’orlo della disoccupazione perché a corto di passeggeri paganti.
Come è nata l’idea di scrivere un saggio sulla disoccupazione in Italia?
Siamo partiti esattamente un anno fa, quando nel maggio 2013 Carla (una degli autori ndr) laureata in legge e con master in risorse umane, si è trovata di punto in bianco disoccupata. È una storia che sentiamo ripetere tutti i giorni con personaggi diversi, oramai non stupisce più. Però con l’intenzione di darle una mano abbiamo creato il sito consiglilavoro.it, in cui indicavamo a chiunque si trovasse nella sua stessa condizione come muoversi sul web, scrivere un curriculum, spendersi di nuovo sul mercato delle assunzioni. Ebbene, in cinque mesi di attività ci sono arrivate centinaia di mail a cui rispondevamo gratuitamente, che hanno poi costituito il materiale da cui siamo partiti per scrivere il libro. Uno straordinario archivio sociologico, se vogliamo.
Immagino che la stragrande maggioranza di mail venisse da neolaureati…
Non proprio. Certo, come anche noi ci aspettavamo sono arrivate richieste d’aiuto da moltissimi giovani, ma quello che ci ha stupito di più è stato il numero impressionante di quaranta-cinquantenni, persino con curricula dirigenziali, che si sono trovati nella condizione di doversi riqualificare. Spesso nella retorica mediatica attorno alla disoccupazione si parla molto di chi non riesce ad entrare nel mercato del lavoro, dimenticandosi di un’altra fetta che ne esce quando meno se lo aspetta. E che ad esempio ha più difficoltà a usare piattaforme come Linkedin e il mondo della rete in generale, una giungla dove si può nascondere l’indizio di una nuova assunzione. Però bisogna sapersi muovere. Qualcuno ci ha ricontattato dopo mesi dicendo che, grazie a noi, era riuscito a trovare un lavoro. Ci ha fatto molto piacere.
All’estero prospettive più rosee? O è l’ennesimo mito da sfatare?
Beh, è senza dubbio vero che fuori dall’Italia si riscontra una maggiore attenzione nell’accogliere i lavoratori più giovani, ma dal nostro studio abbiamo rilevato come la percentuale di chi ritorna sia troppo alta da giustificare una El Dorado oltreconfine. Quindi sì, è un’idea che va assolutamente rivista.
Dopo il Salone del Libro di Torino presentate il saggio altrove?
Sì, sabato 24 maggio saremo alla fiera dell’editoria “Il villaggio dei libri” di Morimondo (Milano) e l’editore Tiziana Fratini ha intenzione di portarci un po’ in tutta Italia”.
E passerete dalla vostra Riviera?
Più avanti, forse a metà estate
© RIPRODUZIONE RISERVATA