Ha “bucato” la bolla del mattone e a qualcuno questo rospo non va proprio giù. Con l’edilizia i profitti si fanno, magari non più come una volta. Ma è da sempre un’attività redditizia in grado di far fare giri ampi all’economia. Per avere rotto questo incantesimo (peraltro già crepato dalla crisi congiunturale) il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi (foto), la sta pagando cara, come lui stesso racconta ricostruendo l’intera vicenda. “Esattamente un anno fa – scrive Gnassi – decisi di rendere pubblico uno dei miei ricordi più amari dell’esperienza amministrativa a Rimini. Nel 2012 ricevetti lettere anonime che contenevano esplicite e pesanti minacce per la battaglia contro il cemento che l’amministrazione stava impostando. Si ricorderà che in quel periodo eravamo nella fase di elaborazione del Masterplan, andando a chiudere, non senza polemiche, un lungo periodo durante il quale il territorio veniva utilizzato quasi esclusivamente per il suo valore quantitativo piuttosto che qualitativo. In quel contesto bollente, in cui si determinava la qualità e l’autorevolezza del governo locale all’indomani di elezioni che avevano dato un chiarissimo mandato in tal senso, le pesantissime lettere di minaccia, che vennero segnalate alle autorità. Poche settimane fa, ho ricevuto un’altra lettera che, viste forma e contenuto, sembra appartenere alla stessa mano: minacce, da prendere in considerazione alla luce di alcuni riferimenti, per avere ‘bucato’ la bolla immobiliare. Ho ritenuto anche questa volta giusto e corretto informare le autorità competenti della cosa, senza farne un manifesto pubblico. E oggi, che la notizia è pubblica, dico questo: non bisogna né enfatizzare ma neanche sottovalutare. Non mi preoccupo. E chiaramente non sono questi atti vigliacchi a poter interrompere l’azione dell’amministrazione comunale a tutela del territorio. Così come nessuna di queste minacce può determinare una modifica delle abitudini, sia nell’attività amministrativa sia nella vita privata. Un anno fa avevo detto: nella battaglia contro il cemento, Rimini è andata avanti, e ha vinto nelle sedi deputate, molte delle sue battaglie contro un uso non più tollerabile del territorio. Con la schiena dritta e facendo quello che si doveva fare a difesa della comunità. Sottoscrivo tutto questo a distanza di un anno. Ringrazio le autorità competenti, Procura e forze dell’ordine, per questa sensibilità e attenzione, in un rapporto corretto e senza fare allarmismi”.
La solidarietà bipartisan è stata immediata, anche dal quartier generale bolognese. ““Abbiamo appreso della nuova lettera di minaccia arrivata all’indirizzo del sindaco Andrea Gnassi. Un episodio – scrive il Gruppo del PD a Via Aldo Moro – che ci limitiamo a definire sgradevole e da non sottovalutare. Bene ha fatto dunque il primo cittadino a portarlo all’attenzione delle autorità competenti, che potranno approfondire l’origine e la natura di queste minacce. Quello che è certo è che non sarà una lettera dai toni violenti ad interferire con l’azione amministrativa che il sindaco e la sua giunta, anche scardinando certe antiche consuetudini, stanno caparbiamente portando avanti da oltre quattro anni e che ha avuto nello stop al cemento uno dei suoi capisaldi”. Agli investigatori il compito più arduo. Cercare di stabilire se la mano sia quella di singolo o di un “sistema” al cui portafoglio è stato fatto qualche torto. (dc)