Massimo Lorenzi: “L’idea forte è quella di fare gruppo e farci mettere in tavola dai nostri albergatori e ristoratori. Se ognuno di loro inserisse alcune delle nostre aziende il vino sarebbe venduto quasi tutto nella nostra provincia”.
Uno: impreziosire il Riminese sotto l’aspetto vitivinicolo. Due: sensibilizzare i nostri albergatori e ristoratori a mettere nelle loro carte dei vini almeno 3-4 cantine del nostro territorio perché fare buon turismo passa anche per la cultura eno-gastronomica. Sono gli ambiziosi obiettivi del neonato Comitato Colli di Rimini Dop. Costituitosi lo scorso dicembre, vi hanno aderito venti vignaioli, che producono qualità nel territorio riminese. Lo coordina Massimo Lorenzi, titolare insieme al fratello, ed ai cugini, di Enio Ottaviani Vini & Vigneti. Racconta: “L’idea forte è quella di fare gruppo; speriamo che possano unirsi anche coloro i quali non sono entrati. Dallo scorso agosto ci siamo già incontrati una decina di volte. Ognuno ha portato il proprio punto di vista. Il nostro stare insieme è triplice: aumentare il livello della nostra qualità, peraltro già ottima, fare comunicazione del nostro territorio e farci mettere in tavola dai nostri albergatori e ristoratori. Se ognuno di loro inserisse alcune delle nostre aziende il vino sarebbe venduto quasi tutto nella nostra provincia”.
“Vorrei ricordare – continua Lorenzi – che terra, tradizione e tipicità sono veicoli di comunicazione unici. Nel senso che gli altri non hanno. Sono del parere che una tagliatella al ragù è più tagliatella se viene abbinata con i vini locali. Riminesi”. La prima uscita ufficiale del Comitato c’è stata lo scorso 19 giugno a Rimini; si è presentato a Slow Food. Per far parte dell’associazione, i vignaioli devono essere iscritti al Consorzio vini di Romagna che ha sede a Tebano (Forlì). “Noi siamo – riflette Lorenzi – un gruppo in cui tutti fanno tutto. Abbiamo una struttura agile, semplice e senza costi. Quando dobbiamo fare qualcosa chiediamo ospitalità al Consorzio vini di Romagna. Il primo passo per valorizzare, e valorizzarci, è il cambiamento del disciplinare Colli di Rimini Doc. Per il nuovo riconoscimento ci sono tre passaggi burocratici: l’assemblea del Consorzio, la Regione Emilia Romagna e il ministero. Il Riminese ha una vocazione naturale per buoni vini; impreziositi dal mare a poca distanza”. “Per capire che cosa fanno gli altri – chiude la riflessione Lorenzi, vignaiolo in San Clemente – e soprattutto che cosa possiamo fare noi, abbiamo organizzato un seminario con assaggi tenuto da Giorgio Melandri, responsabile del Gambero Rosso in Emilia Romagna. Ne faremo altri, anche sui nostri vini”. Prosit.
I venti vignaioli che hanno costituito il neonato Comitato spontaneo Colli di Rimini
Cantina Dei Colli Romagnoli, Casa Zanni, Case Marcosanti, Colombarda Agricola, Fattoria Del Piccione, Fattoria Poggio San Martino, Fiammetta, Le Rocche Malatestiane (Gruppo Cevico), Enio Ottaviani, Podere Dell’angelo, Podere Vecciano, San Patrignano, San Valentino, Santini, Tenuta del Monsignore, Terre Di Fiume, Torre Del Poggio, Tenuta Saiano, Valle Delle Lepri.