A Rimini un incontro per riflettere sulla tragedia calabrese. Appuntamento nel pomeriggio del 5 marzo…
Il 27 febbraio notte, mi svegliai con dolore lancinante al petto, che se non si è consapevoli che non sempre sia un infarto, ti fa tremare di paura; nel mio caso mi succede quando accade qualcosa di troppo grave e grave era la strage (STRAGE NON TRAGEDIA) di Cutro;
ma la cosa che mi ha fatto vergognare di essere italiana, (proprio io, che ho molto a cuore il mio paese) fu che alzandomi la mattina presto, dovetti assistere persino, in una trasmissione televisiva, teoricamente di altro sentimento e a volte passare una narrazione diversa, la giornalista, completamente, annichilita (nel senso che non è stata in grado di obbiettare con nessuna domanda) permette alla persona ospitata un comizio con una narrazione da rabbrividire , che preludeva alle dichiarazioni ancora più aberranti del ministro dell’Interno, di fronte ad una strage, anche di bambini, sulle nostre coste.
Ho preso carta e penna (si fa per dire) e ho scritto subito a tutte le persone che potevano far arrivare il messaggio all’informazione pubblica.
Qualcosa è cambiato, si è cominciato timidamente a parlare dal giorno successivo, in maniera diversa.
Seppellire in mare centinaia di persone e continuare ad ascoltare ancora una volta questa aberrante narrazione è insopportabile,.
Una Calabria che si dimentica di aver condannato al carcere un suo sindaco che a Riace si era permesso di creare un nuovo modello di accoglienza che funzionava, i giornalisti stessi che fanno finta di non ricordare; TUTTA la radio e la televisione pubblica che non è stata in grado di dire con forza, che un ONG che fa soccorso a Lampedusa e deve andare a sbarcare a Ravenna, rimanendo tanti giorni in mare deve anche tornare indietro e quindi sopportare dei costi insostenibili.
Ma come si fa a dire che non devono partire, cosa vuol dire non partire dall’atrocità della guerra in Afghanistan?
Non partire Dall’Iran, dove vieni torturato, violentato e ucciso senza aver fatto nulla?
O dal Pakistan, dove è in atto un disastro climatico biblico di un paese responsabile
di neanche l’1% delle emissioni di gas serra mondiali e dove l’inflazione con la guerra ucraina-russa, ha raggiunto il 42,3%?
Giornalisti cosa siete diventati? Dove siete? Perchè permettete che questa narrazione arrivi nelle case della gente?
Allora almeno risparmiateci il minuto di silenzio e l’ipocrisia della vergogna.
Barbara