SGUARDI D’ARTISTA
di Annamaria Bernucci*
– Nadia Fantini è un architetto con numerosi anni di professione alle spalle. E’ nata a Rimini e mantiene salde le sue origini romagnole. Dopo gli studi a Firenze vive da tempo a Bologna, nella campagna verso Ferrara. Nel momento in cui ha deciso di dare una sterzata alla sua attività di progettista e ha iniziato a usare il mezzo fotografico per dare espressione alla sua creatività, il suo occhio si è fermato sul mondo dei fiori.
Per Nadia Fantini tutto ha inizio con un viaggio in Australia. Entra in contatto con un contesto ambientale assolutamente diverso ed estremo; da quella esperienza scaturisce la sua prima raccolta (e mostra) Fiori dall’Australia (2004), presentata in più sedi.
Farà seguito Flora d’Islanda (2005) e la mostra Solo Verde (2005), formulata su tutte le sfumature del colore, geometrie e simmetrie delle piante e delle erbe, all’insegna del monocromo verde, presentata in sedi prestigiose come gli Orti botanici Giardino dei semplici di Firenze (sorto nel 1545 con Cosimo I de Medici) e di Ferrara.
Le abbiamo chiesto il motivo di questa sua predilezione, quasi un ‘ossessione’ floreale. “L’osservazione della natura – racconta – è stata la spinta iniziale, ma il verde e i fiori mi sono apparsi come autentiche opere d’arte e hanno catturato sino in fondo il mio obiettivo. La mia tecnica fotografica è senza uso di filtri o luci artificiali. La sola mia guida è un’acutissima capacità di osservazione e di relazione tra i soggetti botanici. Catturare la bellezza contenuta nella natura e rifletterla, ne deriva spesso che la visione di queste immagini sia appagante, consolatoria, quasi curativa”.
Tiene a sottolineare che i contesti ambientali da cui provengono piante e fiori sono i più vari: il giardino privato, il bosco, il prato incolto, il parco naturale, ma anche il deserto, il giardino botanico o semplicemente la banchina di una carrabile.
Sono “schegge” di natura, particolari floreali e verdi che trasmettono emozioni, che movimentano suggestioni in totale libertà di associazione, sono istantanee della natura colte nella essenzialità di forme e di colori. Perché questo titolo dato alla sua più recente ricerca? “‘Oltre la siepe’ – risponde – rappresenta un nuovo capitolo del mio racconto fotografico con il mondo dei fiori e delle piante. Un invito, un incoraggiamento a saper guardare oltre la cortina, oltre il limite (quello della stessa scienza botanica o quello della superficialità dello sguardo) e quindi cogliere in tutta la sfolgorante varietà e bellezza la natura nelle sue forme”.
I suoi reportage naturalistici infatti hanno come scopo una rilevazione della realtà vegetazionale con tutte le sue valenze estetiche: la componente documentaristica verso il mondo dei fiori non è primaria ma subordinata al piacere visivo, alle forme molteplici del bello naturale. Non si deve dimenticare che per secoli l’elemento floreale ha avuto, ad esempio nella pittura, un rilievo simbolico e formale di grande intensità che va al di là della ‘convenzionalità’ propria del genere e dei pittori che un tempo erano chiamati ‘fioranti’.
La fotografia ha assolto un compito importante e insostituibile nel campo della scienza botanica; la sua applicazione è stata ampia e ha a sua volta originato un genere al servizio dell’illustrazione scientifica. Nadia Fantini si è svincolata dal formalismo appartenente al genere e nel suo cogliere la realtà fenomenica adotta il linguaggio dell’arte, delle relazioni formali, luce-colore-astrazione: quando è poi la stessa natura a contenere espressività e significato la fotografia tende solamente a ‘rivelare’.
Il tema dei fiori è evidentemente in questa stagione e in questo anno molto attuale. La mostra omonima di Forlì ai Musei di S. Domenico, affollata di visitatori, dimostra che il mondo floreale può, con oppurtune chiavi di lettura e nuovi approcci metodologici, sollecitare cammini visivi tra naturalismo e simbolismi vecchi e nuovi e trasformarsi in inno alla natura e alla molteplicità delle specie che gli artisti di tutti i tempi hanno ‘ritratto’.
Aggiungiamo che Nadia Fantini è stata chiamata a fotografare la rarissima (unica) fioritura di una specie conservata nell’Orto Botanico di Firenze: abbiamo visto le immagini, stupefacenti, dove la carnalità del fiore gigante (l’Amorphophallus titanum, raccolto a Sumatra nel 1994) esplode per fisicità e forma.
La capacità di saper ‘ritrarre’ la natura continua.
Nadia Fantini espone alla Galleria Comunale S.Croce di Cattolica Oltre la siepe, viaggi fotografici nel mondo della botanica. La mostra resterà aperta nel mese di maggio il sabato, la domenica e il 2 giugno 2010 dalle 16 alle 19.
*Direttrice della Galleria comunale S. Croce di Cattolica