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Verucchio. Quel “genio” di Adalberto Pazzini ricordato con una mostra dal 6 settembre al 6 gennaio

Redazione di Redazione
2 Settembre 2025
in In primo piano, Verucchio
Tempo di lettura : 6 minuti necessari
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La Rocca di Verucchio

La Rocca di Verucchio

“Adalberto Pazzini (1898-1975). La reinvenzione della storia tra Verucchio e Roma”. E’ il titolo della mostra che rende omaggio a quel “genio” dei Adalberto Pazzini. Dal 6 settembre 2025 al 6 gennaio 2026, presso la Rocca Malatestiana. Promossa e organizzata dal Comune di Verucchio e da Atlantide, in collaborazione con Sapienza Università di Roma, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Rimini e il supporto di Pazzini Editore e adArte, è curata da Sara Masinelli, Stefano De Carolis, Maria Conforti e Alessandro Aruta.

Offre una rilettura dell’opera di Adalberto Pazzini, figura centrale nella storia della medicina e della museologia medica italiana. Il percorso ripercorre le tappe salienti della sua attività, a partire dalla fondazione del Museo di Storia della Medicina di Roma nel 1938 fino agli interventi di allestimento e restauro della Rocca Malatestiana di Verucchio tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Medico, storico e uomo di cultura, Pazzini ha elaborato un approccio espositivo innovativo e interdisciplinare, in cui la ricostruzione ambientale e la riproduzione di oggetti storici assumono una funzione narrativa e didattica. In dialogo con il modello museale di Sir Henry Wellcome, l’approccio di Pazzini mette in luce la visione di una medicina intesa come fenomeno culturale. Documenti, materiali audiovisivi e oggetti provenienti da collezioni pubbliche e private permettono di ricostruire un progetto museografico che, pur radicato nel territorio, si inserisce in una più ampia prospettiva nazionale.

Nei testi critici in mostra, i curatori parlano dell’operato di Adalberto Pazzini, svoltosi tra Verucchio e Roma: per lo studioso, la catalogazione del mondo medico del passato, esteso su una geografia assai ampia, era infatti più che un semplice modo per mettere in collegamento fatti diversi, fenomeni apparentemente scollegati e lontani: significava offrire a un pubblico di studenti, professionisti, studiosi la possibilità di ritrovare le tracce del proprio mestiere e di orientarsi nell’oceano delle informazioni, senza mai dimenticare l’aspetto piacevole, a tratti ludico, di una full immersion nel passato.

Un tipo di approccio mantenuto anche a Verucchio, dove tra gli anni Cinquanta e Sessanta Pazzini ricevette l’incarico dall’Amministrazione Comunale di “riportare la rocca al suo primitivo splendore’’. Partendo da un’intensa campagna di scavi archeologici, non si limitò alla valorizzazione dell’allora decadente edificio malatestiano esclusivamente attraverso interventi di restauro, ma ricreò una ricostruzione d’ambiente in grado di mostrare al visitatore come la rocca doveva presentarsi nella prima metà del Cinquecento. Acquistò di tasca propria mobili in stile e costruì e decorò personalmente gran parte degli arredi che andarono a popolare le varie sale, ispirandosi agli originali tramandati da fonti e musei. Un modus operandi che unisce lo studio delle fonti, all’elaborazione di nuove strategie didattico-divulgative, all’utilizzo di riproduzioni, plastici, calchi e ‘falsi’, e si inserisce all’interno di una tendenza diffusa nella museologia del tempo”.

 

Il medico-artista che fece rivivere la Rocca di Verucchio e fondò il Museo di Storia della Medicina di Roma

La mostra ripercorre l’attività di Adalberto Pazzini da Roma a Verucchio. Nella Città eterna – dove nacque – fu docente universitario di storia della medicina (dal 1932), fondando l’omonimo Istituto (1938) all’interno del quale erano allestiti un museo didattico-documentario e una ricchissima biblioteca. Nel 1954 inaugurò la nuova sede dell’Istituto di Storia della Medicina, costruito «pietra su pietra» a partire dall’anno precedente, arricchendone ulteriormente le collezioni, il patrimonio librario e gli archivi.

La mostra intende restituire il profilo di questa complessa figura: medico, storico, ricercatore ma pure uomo d’arte, in questo influenzato dal padre Norberto (1856-1937), celebre pittore verucchiese. Anche nella sua attività accademica, Adalberto Pazzini si distinse per un approccio originale e interdisciplinare, basato su ricostruzioni ambientali, riproduzioni fedeli di oggetti storici e strategie espositive inedite, ispirate alla collezione londinese di Sir Henry Wellcome (1853-1936), pioniere dell’industria farmaceutica ma anche appassionato studioso dell’arte medica e avido collezionista di oggetti attinenti a quell’arte. Come Wellcome, Pazzini concepiva la medicina come parte dell’antropologia, privilegiando oggetti dal valore culturale più che economico, spesso realizzati appositamente per scopi didattici.

Un personaggio a dir poco straordinario, Adalberto: storico della medicina ma anche pittore, scultore, ceramista, ebanista. Convinto che l’insegnamento della medicina non potesse prescindere da quello della storia, l’esistenza del Museo di Roma con la sua ricchissima collezione si deve a lui. E fu lui a realizzare con le proprie mani alcuni modelli a scopo di insegnamento.

Nella Verucchio delle sue origini – in cui si recava nei mesi estivi a “villeggiare” – si dedicò al principale monumento medievale, l’imponente e suggestiva Rocca del Sasso, primo importante caposaldo dei Malatesta. Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del Novecento Adalberto Pazzini seguì i lavori di scavo, recupero e consolidamento, fornendo un importante contributo allo studio e all’interpretazione di ciò che si andava scoprendo.

Ma era anche convinto che quelle vestigia dovessero in qualche modo tornare in vita così da poter raccontare adeguatamente la loro storia. Come per gli strumenti medici, si dedicò allo studio accurato negli ambienti, degli arredi, degli oggetti di vita quotidiana. Per poi ricostruirli di persona: mobili e vasellame, armi e utensili, raccogliendo inoltre sul mercato antiquario quanto poteva essere utile alla ricostruzione storica.

 

I vuoti ambienti tornarono così ad avere senso e una loro funzione, ricordando come dovevano essere agli inizi del Cinquecento e durante la signoria di Ippolita Comnena, contessa di Verucchio e di Scorticata (l’odierna Torriana) dal 1528 al 1566, con le stanze della guarnigione, gli ambienti di rappresentanza e l’appartamento privato.

Un patrimonio di materiali e soprattutto di affettuosa dedizione che dopo la morte di Pazzini era andato disperso, anche perché giudicato inadeguato dalle più recenti tendenze storiografiche. Ma che invece il pubblico potrà tornare a ricordare nella sua potente suggestione.
Il percorso espositivo sottolinea questo parallelismo, evidenziando l’uso consapevole della ricostruzione e del “falso” come strumenti narrativi e museografici.

Testimonianze documentarie e fotografiche permettono di indagare la storia della Rocca di Verucchio; inoltre, oggetti e filmati provenienti dal Museo di Storia della Medicina dell’Università Sapienza di Roma arricchiscono ulteriormente l’esposizione, permettendo di inserire la Rocca di Verucchio all’interno di una visione museale nazionale e, al contempo, mantenendo forte il suo legame con il territorio e con gli importanti interventi di restauro degli anni Novanta del secolo scorso.

La sindaca di Verucchio Lara Gobbi: “Questo è un anno importante per la nostra città. Dopo l’inaugurazione della Pinacoteca, è la volta della Rocca malatestiana, un altro gioiello che torna al centro dell’attenzione quanto merita. Proseguiamo così nel percorso di valorizzazione del nostro prezioso patrimonio storico, artistico e culturale, con un’iniziativa che rende il giusto riconoscimento ad Adalberto Pazzini. La gratitudine che gli dobbiamo, forse appannata con il passare degli anni, deve invece essere ben viva nella Verucchio che Lui tanto amò”.

L’assessora alla cultura del Comune di Verucchio Maria Antonietta Pazzini: “La mostra ha l’intento di rilanciare la rocca riscoprendone i primi interventi di valorizzazione. Ringrazio il comitato scientifico che con dedizione e competenza ha dedicato tempo sia allo studio della figura di Adalberto che alla ricerca del materiale che per varie ragioni era stato accantonato”.
“E’ un nostro dovere come Amministrazione onorare la figura di Adalberto come cittadino illustre, riconosciuto a livello internazionale, sempre legatissimo al suo paese. Le sue origini Verucchiesi, l’amore per la famiglia, per il padre Norberto sono state il fulcro delle sue giornate. Le estati Verucchiesi erano dedicate agli studi e ai lavori alla rocca ed insieme agli amati Mario, Battista ed altri concittadini, è stato un infaticabile ed appassionato protagonista nel far rinascere questa rocca. Oggi gli rendiamo omaggio”.

 

Il vernissage è sabato 6 settembre alle 16.30, dove sarà possibile ascoltare gli interventi dei curatori e svolgere una visita guidata esclusiva in compagnia degli stessi; sarà presente intrattenimento musicale e rinfresco. Per tale occasione l’ingresso è gratuito.

Adalberto Pazzini (1898-1975). La reinvenzione della storia tra Verucchio e Roma sarà inoltre accompagnata da eventi collaterali, interventi, workshop didattici e approfondimenti.

Il 18 ottobre dalle 15.30 si terrà presso la Sala Magna della Rocca Malatestiana di Verucchio il pomeriggio di studi Spazi narranti tra Passato, Presente e Futuro. Le Rocche tra identità storica e visione culturale. L’iniziativa è gratuita e fa parte della rassegna della Festa della Storia.

Domenica 16 novembre e domenica 21 dicembre si potrà partecipare a Visioni e Reinvenzioni. Visite guidate e laboratori intorno all’opera di Adalberto Pazzini, due pomeriggi dedicati interamente alla mostra, con percorsi guidati e laboratori per famiglie sulle decorazioni in cartapesta e sugli allestimenti museali di Adalberto Pazzini. Eventi per bambini e famiglie inclusi nel biglietto di ingresso alla Rocca Malatestiana.

Dal 7 settembre 2025 al 6 gennaio 2026 la mostra è visitabile negli orari di apertura della Rocca Malatestiana con biglietto di ingresso al sito. È inoltre possibile visitare il Museo di Storia della Medicina – Sapienza Università di Roma (Viale dell’Università, 34a, RM), accessibile con ingresso libero su prenotazione.

Adalberto Pazzini
Inaugurazione della nuova sede dell’Istituto di Storia della Medicina dell’Università di Roma, in occasione del XIV Congresso Internazionale di Storia della Medicina (Roma e Salerno, 13-20 settembre 1954)
Adalberto Pazzini, disegno “semischematico” della Rocca Malatestiana di Verucchio vista dal versante occidentale. Dalla monografia di Adalberto sulla fortezza verucchiese

 

 

 

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