POLITICA
di Ecci
– Alla fine c’è voluto il ballottaggio! Ma solo per una manciata di voti il centrosinistra non ha sfondato al primo turno. Risultato: Piero Cecchini 4.876 voti (56,41%), Cono Cimino 3.768 (43,59%).
Il mese scorso abbiamo scritto: “Basterà agitare l’astio contro il Pd per fare dimenticare l’ingombrante ombra di Berlusconi?”. La risposta è stata netta: non è bastato e la proposta “Civica” del centrodestra si è dissolta. Come era prevedibile, la partita vera è stata tra i candidati delle due coalizioni di centrosinistra (Piero Cecchini) e centrodestra (Cono Cimino). Una presenza di testimonianza la lista di Sinistra critica (ma al ballottaggio i suoi elettori hanno votato in massa per Cecchini), mentre l’incognita, quella di Giovanni Giometti con suoi alleati (Udc e Api), alla fine si è rivelata una cosa inconsistente.
La grande novità e chiave del successo di queste elezioni è stata la proposta del centrosinistra: dopo diverse legislature si è presentato unito e il popolo di centrosinistra ha apprezzato! Tutte le sue liste hanno avuto un buon risultato: Pd (7 consiglieri), Arcobaleno-Sinistra-Libertà (1 consigliere, e per una manciata di voti non conquista il secondo), Idv (1 consigliere), Lista civica (1 consigliere), Psi (nessun consigliere, ma un buon 4%).
Senza l’unità del centrosinistra questa volta sarebbe stata sicuramente molto difficile la vittoria.
La proposta del centrodestra affiancava ai due simboli di Pdl e Lega Nord quattro liste civiche. Solo quella costruita da Cono Cimino (Officina civica) prende 2 consiglieri. Il Pdl ne prende 3 e 1 la Lega.
Cattolica-Italia, perché il vento di liberazione antiberlusconiano ha soffiato forte anche qui. L’arroganza ai confini della legalità di Berlusconi e le pagliacciate della Lega Nord, in particolar modo contro il 150° dell’Unità d’Italia, hanno convinto grossa parte dell’elettorato di centrodestra a staccare la spina.
Il centrosinistra ha capito che per risalire la china deve partire dai cittadini: le primarie prima di tutto. Poi, ormai è chiaro, si vince a sinistra. Adesso la spallata finale potrebbe venire dai referendum (nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento). Bisogna crederci e convincere i cittadini ad andare alle urne.
A Cattolica si può aprire una pagina politica nuova: un centrosinistra di governo aperto alla partecipazione e alla trasparenza. Gli ingredienti: lealtà nella coalizione, competenza, coerenza e umiltà. C’è una parte importante di giovani delle liste civiche che sostenevano Cimino che possono e devono essere coinvolti in un’azione costruttiva per risolvere i problemi di Cattolica. Bisogna lanciare un ponte serio e credibile.
Alessandro Bondi (il più votato tra i candidati consiglieri della coalizione di centrosinistra) sul numero scorso scriveva: “Il progetto della coalizione di centrosinistra chiede alla città di poter governare con un impegno che va oltre le elezioni”. E’ stato accontentato! Ora bisogna dare il meglio di sè per rispettare le tante e giuste attese dei cittadini.
Ancora Bondi: “Il nazionale è entrato nelle questioni locali. Ne abbiamo preso atto, registrando quanto della politica nazionale avrà un diretto riflesso sull’amministrazione della città in tema di bilancio, fiscalità, turismo, gestione del territorio, politiche sociali e culturali, regolamentazione normativa, sicurezza, integrazione.
In proposito, si pensi solo all’attuazione del Federalismo fiscale o alla riforma degli Enti locali e della pubblica amministrazione o, ancora, ai vari pacchetti sicurezza e ai tagli inflitti dalle leggi finanziarie. Sono temi che diventeranno il quotidiano dell’amministrazione locale e cercano risposte che non uccidano il futuro dei nostri figli”.
E’ proprio in questa analisi la chiave della vittoria del Centrosinistra di Cecchini e le ragioni della sconfitta del centrodestra di Cimino.
La proposta civica di Cimino ha avuto il fiato corto perché schiacciato dal duo Pdl-Lega. Non ha potuto articolare sul locale scelte più generali ritenute sbagliate dalla maggioranza dei cittadini. Cimino per “tenere lontano” Berlusconi e il suo governo si è chiuso in un localismo senza respiro facendo leva soprattutto sulle responsabilità del Pd e su tutti i risentimenti maturati negli ultimi anni.
Ripetutamente il centrodestra ha cercato di “schiacciare” Piero Cecchini sul Pd in termini di responsabilità pregresse e continuità. Ma Cecchini è stato abile nella sua comunicazione a rappresentarsi come il candidato di tutta la coalizione di centrosinistra che andava oltre al pur consistente peso del Pd.
Cono Cimino doveva avere il coraggio di prendere pubblicamente le distanze dagli eccessi del berlusconismo per avvalorare la sua proposta civica. Non ha voluto. Non ha potuto.
Il centrosinistra ha saputo aprire la finestra sui conflitti “nazionali”, anche se spesso delegati alla passerella dei big nazionali, soprattutto del Pd. Ma questo ha fatto capire ai cittadini che a Cattolica si giocava una partita nazionale e non solo locale.
Il centrosinistra unito ha voglia di respirare una buona aria di cambiamento. Questo perché la città è reduce da due amministrazioni fallimentari. Il consenso dei cittadini c’è. Gli uomini nuovi ci sono. Mancano i soldi? Mettiamoci le idee!