La signora Haller abita a Salisburgo; gestisce un ristorante. Da decenni è fedelissima della Riviera. Anche quest’anno. Il marito in auto l’accompagna all’aeroporto di Monaco di Baviera. Sale su un volo per Roma, Da qui, dopo 4 ore di attesa, si imbarca per Rimini. Dalla Baviera e dall’Austria non ci sono voli diretti per Rimini. Quelle terre, almeno potenzialmente, dovrebbero essere un serbatoio per le nostre spiagge. La risposta è semplice. Si dovrebbe cercare di collegarle all’aeroporto di Rimini, prima. Poi, per riempire gli aerei, andrebbe fatto un lavoro di comunicazione e marketing. Perché, come dicono in Microsoft, c’è il saper fare e il far sapere. Quanto sopra potrebbe essere anche il particolare buono per raccontare questo scapestrato momento economico dell’Italia: una nave senza nocchiero e bordello, per citare Dante.
Gli albergatori lamentano i pochi di voli diretti dalla Germania e a basso costo. E dall’assenza di collegamenti su Rimini dal Belgio, dalla Svizzera e dall’Austria. Per Massimo Masini, presidente di Aeradria, (foto Manuel Migliorini) la società che gestisce l’aeroporto, i voli sono gli stessi dello scorso anno, ma con dei problemi dalla Germania. E problemi anche sui costi, perché con questi venti economici di crisi la parte pubblica quest’anno ha contribuito con meno risorse a tenere basso il costo del biglietto; cosa che ha reso meno concorrenziale Rimini. Dalle tre tratte gestite da Air Berlin, Karlsruhe/Baden Baden, Norimberga e Stoccarda, non è stata siglata la convenzione tra la compagnia e Rimini con il risultato che il volo non è affatto a buon mercato. Si parla di circa 250 euro.
Va sottolineato con forza che Aeradria non ha più un becco di un quattrino, come pure i soci pubblici (il Comune di Rimini e la Provincia detengono il 54 delle azioni). Insomma, la fotografia è piuttosto complessa per non dire ingarbugliata. Dove tutti hanno ragione, ma bisogna fare i conti con i baiocchi. Come dicevano i contadini: senza soldi, non si dice neppure messa. Figurarsi fare investimenti. Dice un albergatore: “Oggi, fanno faticano a raggiungerci i nostri vecchi clienti tedeschi. Credo che siano pochi i nuovi a calare dalla Germania”. L’albergatore di cui sopra ha quattro clienti dalla Germania: coniugi, figlia e fidanzato. Pensavano di venire in vacanza in aeroplano, Karlsruhe/Baden Baden lo scalo, ma dato il livello dei costi, hanno optato per l’auto. Dividere per quattro, si spende meno.
In luglio. Sono sette familiari della Lorena (Francia). Da anni scendono in vacanza nel Riminese. Lo scorso anno presero il volo low cost; andata e ritorno, più taxi, a solo 150 euro. Quest’anno non hanno trovato voli comodi e a buon mercato. Il migliore li faceva partire dal Lussemburgo, ma ci volevano 500 euro. Hanno telefonato all’albergo e disdetto la vacanza. In agosto. Cinque clienti dovevano arrivare da Norimberga e restare dal 25 agosto all’8 settembre. La difficoltà a trovare un aeroporto con volo diretto a costi ragionevoli, ha fatto depennare la prenotazione. Settembre. Due affezionati clienti della riviera, zona di Karlsruhe hanno detto no per il costo del volo elevato.
Che fare? Un albergatore che vuole mantenere l’anonimato, con struttura di proprietà accogliente e passione per il lavoro (un intreccio di sorrisi e cucina di qualità), afferma: “Credo che dobbiamo voltare pagina. Tutti. Cioè i soldi vanno spesi dove servono. E che dobbiamo assolutamente tornare a discutere di cose serie. Sempre che si voglia puntare sul turismo”. Giriamo il quaderno con il lamento a Massimo Masini, già sindaco di Riccione, presidente di Aeradria: “I voli dalla Germania sono rimasti gli stessi dello scorso anno. I voli diretti sono da Colonia, Francoforte Hann, Karlsruhe/Baden Baden, Norimberga e Stoccarda. Naturalmente sui voli low cost valgono i principi generali; mano mano che ti avvicini al giorno prefissato, se l’aeroplano si riempie, aumentano. Fino a costare come un volo di linea. Detto questo, il collegamento c’è”. “Però – continua il presidente Masini – i problemi con la Germania ci sono. Lo scorso anno il Colonia, compagnia Wind-Jet, aveva un vettore tra i 154 ed i 180 posti. Quest’anno la tratta la fa la compagnia Danube con un aereo da 72 posti. Inoltre, nell’incertezza iniziale, quando è stato messo in programma eravamo già in là col tempo. Il ritardo ridurrà le presenze”. “L’altro elemento di sofferenza – sottolinea Masini – è con Berlino. Dal 19 luglio fino alla fine della stagione i voli sono annullati. La compagnia Wind-Jet che è in transito in Alitalia, ha due aerei in manutenzione”. Tradotto, la compagnia è quasi fallita, senza il probabile salvataggio dell’Alitalia.
Andrea Magnani, è il vice-presidente degli albergatori di Rimini e componente del consiglio di amministrazione di Aeradria. Dal suo doppio ruolo: “E’ chiaro che ogni albergatore vorrebbe che l’aereo passasse sotto la casa del cliente. Nella magra di oggi, non puoi chiedere al pubblico un milione di euro su ogni rotta per tenere basso il biglietto. Quest’anno ci sono meno voli. Abbiamo tagliato quelli con meno redditività. E rispetto allo scorso anno, la collettività si è fatta carico di meno biglietti. Questo significa che il prezzo politico non c’è più. Anche se 170 euro non mi sembra una cifra altissima”.
“Noi – continua Magnani – dobbiamo tenere duro sui voli dalla Germania per entrare in un meccanismo virtuoso, affinché ogni cosa possa funzionare meglio. E’ tutto complesso, in tre anni Rimini è passato da 250mila passeggeri a quasi un milione; sono fallite tre compagnie che volavano su di noi. E ogni volta va ritessuta la tela con un’altra compagnia”. Per tenere basso il costo del biglietto la comunità investe ogni anno 3-4 milioni di euro. La partita aeroporto scotta. Troppi debiti, poca capacità oggi del pubblico di farvi fronte, ma anche troppo importante per il turismo. Che fare?