di BERNADETTA RANIERI
L’obiettivo è chiaro da tempo: l’inceneritore di Raibano non dovrà essere la meta per i rifiuti provenienti da fuori regione. Il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti è stato già varato dalla giunta Errani e ieri 19 maggio è scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni. Associazioni ambientaliste e Comune di Coriano si sono tempestivamente mosse per produrre delle istanze per modificare e migliorare il Piano Regionale.
Nei giorni scorsi, infatti, la Giunta Provinciale ha approvato le proposte alternative presentate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati e le inoltrerà in Regione. Alla base del documento : una maggiore tutela nel contenimento dei costi e delle tariffe all’utenza; controlli permanenti sugli impianti di gestione dei rifiuti e, in particolare, sui termovalorizzatori; riduzione procapite della produzione di rifiuti urbani; istituzione di un registro dei tumori; ridefinizione degli obiettivi sul reale quantitativo di rifiuti da destinare a smaltimento finale.
Dal canto suo, il sindaco di Coriano Mimma Spinelli, coadiuvato dall’assessore all’ambiente Michele Morri, oggi ha presenatato in Regione un’osservazione per “richiedere l’adozione di un Piano Alternativo che possa prevedere un totale di 3 o 4 inceneritori per lo smaltimento dei soli rifiuti urbani , in sostituzione dei 7 oggi previsti”. A far da spalla alla Spinelli ci sono anche il sindaco di Forlì Roberto Balzani e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che hanno disgiuntamente fatto le loro proposte per cambiare il Piano Rifiuti.
Il Piano Regionale attualmente in discussione prevede lo spegnimento di solo un impianto entro il 2020 e prevede che si dovranno smaltire un totale di rifiuti pari a 1.023.000 tonnellate . Tale quantità rappresenta anche il numero massimo di tonnellate autorizzate degli impianti di incenerimento previsti dal Piano a quella data. Secondo le previsioni dello stesso piano regionale, i rifiuti urbani da smaltire saranno pari a 631.047 tonnellate annue (pari al 61,7% del totale dei rifiuti) e i rifiuti speciali saranno pari a 357.680 tonnellate annue (pari al 35 % del totale dei rifiuti). Ciò significa che vi è una differenza pari a 34.273 tonnellate, corrispondenti al 3,4% del totale dei rifiuti autorizzati in ambito Regionale che – a normativa vigente – oggi potrebbero quindi provenire o da altre regioni come rifiuti urbani, destinati a quegli impianti che hanno cambiato il proprio status da impianto di smaltimento a impianto di Recupero R1 oppure provenire da altre regioni come rifiuto speciale di produzione delle industrie.
Se le proposte di piano alternativo formulate dal Comune di Coriano non saranno accolte la conseguenza sarà che gli inceneritori di tutta la Regione Emilia Romagna potranno bruciare rifiuti fuori Regione per compensare il fabbisogno residuo. Nel caso dell’inceneritore di Raibano questa parte residua (di rifiuti non identificati da smaltire) sarebbe pari a 44.000 tonnellate, corrispondenti al 35% dell’autorizzato di 125.000 tonnellate. Pertanto è ipotizzabile che la destinazione di questi rifiuti non classificati possano finire a Coriano.
“La volontà è quella di ridisegnare il piano regionale dei rifiuti – dice il sindaco Spinelli – proponendo un progetto nuovo e alternativo di sostenibilità economica, ambientale e sociale, pensando anche a un utilizzo razionale delle risorse. Si potranno dimezzare gli inceneritori in funzione e prevedere meccanismi premianti per i Comuni virtuosi che raggiungono risultati migliori nella raccolta differenziata”.
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